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CANTÙ-PALL.PIACENTINA: LE PAROLE DI COACH SODINI NEL POST GARA

12 Dic, 2021

La S.Bernardo-Cinelandia Park incappa per la seconda volta in una sconfitta ma rimane comunque prima in campionato, in testa al Girone Verde di Serie A2 dopo undici turni disputati. Al PalaDesio passa la Bakery Piacenza, vittoriosa 95 a 90. Di seguito le parole di coach Marco Sodini nel post gara:

«Due indizi fanno una prova, e la prova è che c’è una squadra in evoluzione, nettamente. Lo si era già visto contro Biella e lo si è visto nella partita di oggi. Dal punto di vista tecnico non siamo stati capaci di fare quasi niente e questa è una cosa che si ripete da due partite consecutive; questo è un segnale molto più di un campanello d’allarme. In totale onestà credo che la mia squadra, che ritengo molto forte, scivoli con grande facilità nella tristezza. Chi mi conosce lo sa: io sono sempre stato capace di fare un sorriso per tutti ed essere stra positivo anche quando le cose non vanno bene, perché farlo quando tutto va bene è molto più semplice. Oggi questo non riesco a farlo, e lo dico con sincerità; questa cosa mi disturba. Siamo di una permalosità interiore che sinceramente non credo sia ragionevole: basta un errore o un’urlata per farci uscire dalla partita. Questa è anche la motivazione per cui noi facciamo molta più fatica contro squadre di fascia media rispetto a squadre di fascia alta, in cui, alla fine, non hai il tempo di concentrarti su altre cose per l’elevata intensità che c’è in campo. Due settimane fa abbiamo vinto contro Udine, poi ha giocato due partite mediocri contro due squadre che dovevano essere sulla carta molto più abbordabili, e lo dico con il massimo rispetto perché entrambe hanno preparato molto bene le rispettive partite e hanno tirato fuori un grande atteggiamento».

«Bisogna prendersi la responsabilità di tutto, anche di beccarsi fischi e insulti da parte dei tifosi dopo che abbiamo giocato in maniera indecente, con una prestazione indecorosa. Poi, è giusto ricordare a questi stessi tifosi che siamo comunque primi in classifica. Se siamo una buona squadra cercheremo di risalire, altrimenti faremo fatica a farlo, senza uno spirito propositivo. A oggi mi rendo conto che c’è qualcosa che io non riesco a trasferire alla squadra. Se l’impegno massimale è quello di oggi significa che allora abbiamo sbagliato la valutazione dei giocatori, cosa che io non credo e che, quindi, mi porta doppiamente rabbia. Quando c’è una tristezza complessiva, comunque, il responsabile è sempre il capo allenatore e io, da questo, non rifuggo mai. Non l’ho mai fatto e mai lo farò».

 

 

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