Risultato finale a parte, chi era a Treviglio ieri ha assistito a un grande spettacolo di basket, sia sul parquet sia sugli spalti. Un plauso alla Blu Basket Gruppo Mascio Treviglio che ha vinto con merito contro un’Acqua S.Bernardo Pallacanestro Cantù capace di lottare fino alla fine. Il tutto in un’atmosfera magica, con il sodalizio bergamasco che ha registrato il record di presenze di sempre al PalaFacchetti con 3.071 spettatori, cifra che scavalca il precedente picco di 3.008 dei playoff 2018/2019 contro la Scaligera Basket Verona.
Protagonisti assoluti sulle tribune gli Eagles Cantù 1990, che prima hanno esposto uno striscione per dare il benvenuto alla piccola Gaia, figlia del team manager biancoblù Diego Fumagalli nata lo scorso 6 gennaio, e poi hanno incantato il PalaFacchetti nel momento dell’inno nazionale. A causa di un problema tecnico, infatti, non è partito il Canto degli Italiani prima della palla a due. Ecco a quel punto salire in cattedra gli Eagles, che, con tutto il pubblico in piedi in attesa di cantare seguendo le note composte da Michele Novaro, hanno iniziato a intonare il testo scritto da Goffredo Mameli, trascinando gli oltre 3.000 presenti.
Uno spettacolo emozionante, come ha voluto sottolineare nella conferenza stampa post-partita coach Meo Sacchetti: «La cosa più bella che mi porto a casa dalla gara di Treviglio è stata la nostra curva che ha intonato l’inno, facendo da traino per tutto il palazzetto. Veramente da applausi».
Parole a cui fanno eco quelle del general manager canturino Sandro Santoro: «A Treviglio abbiamo assistito all’ennesima conferma della puntualità e della presenza passionale dei nostri tifosi. Gli Eagles hanno da una parte mostrato grande attenzione alle fasi pre-gara, sopperendo a una mancanza dovuta a un problema tecnico che può capitare, e dall’altra hanno colto al volo l’opportunità di distinguersi ulteriormente nel panorama del tifo cestistico, qualora ce ne fosse ancora bisogno. Siamo molto orgogliosi della nostra tifoseria per aver dato un grande segnale di appartenenza e di attaccamento alla bandiera, alzando il livello di cultura sportiva nella pallacanestro».