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PALLACANESTRO CANTÙ RICORDA DENIS INNOCENTIN

12 Gen, 2023

Denis Innocentin ci lasciava il 12 gennaio del 1991, non ancora trentenne a causa di una grave forma di leucemia.

Ala grande classe ‘61, Innocentin ha vestito la maglia della Pallacanestro Cantù per dieci anni dal 1977 al 1987. La società del presidente Aldo Allievi lo prelevò dal Circolo Giovanile Brugherese Basket per giocare nel settore giovanile, ma in breve tempo venne inserito nella prima squadra di coach Arnaldo Taurisano. Difensore arcigno e instancabile lottatore sul parquet, Innocentin era anche capace di grandi giocate a livello offensivo. È sceso in campo agli ordini di allenatori del calibro di Valerio Bianchini, Giancarlo Primo, Gianni Asti e Carlo Recalcati.

Soprannominato “Lupo” dai tifosi canturini, ha segnato 2.184 punti, realizzati in 331 presenze di campionato. In maglia numero 4 con Cantù ha vinto: uno scudetto (1980/1981), due Coppe dei Campioni (1981/1982 e 1982/1983), una Coppa Intercontinentale (1982) e tre Coppe delle Coppe (1977/1978, 1978/1979 e 1980/1981). Nel 1987 passò all’Aurora Desio, con cui disputò 29 partite in serie A1. Nel 1988 la terribile diagnosi e nel 1991 il decesso.

Un campione dentro e fuori dal campo. Un ragazzo solare, gentile e di animo buono. Un canturino d’adozione, che non è mai stato dimenticato dalla città che l’ha accolto e che l’ha amato come un figlio. Il prossimo 26 marzo avrebbe compiuto 62 anni.

«Ricordo con grande affetto Denis Innocentin. Un bravissimo ragazzo, serio, intelligente e di sani principi – conferma il presidente della Pallacanestro Cantù, Roberto Allievi -. Era molto legato alla squadra, ai compagni e alla città di Cantù, che era a tutti gli effetti la sua casa. Non solo, era un grandissimo atleta, un giocatore di quantità e di qualità che risultò fondamentale nella vittoria del nostro terzo scudetto nella finale contro la Virtus Bologna. Fu decisivo anche nella nostra prima affermazione in Coppa dei Campioni, nella finalissima di Colonia contro il Maccabi Tel Aviv. Ha lasciato un ricordo indelebile nella nostra storia e si è meritato tutta la riconoscenza della Pallacanestro Cantù, di Cantù e dei canturini. Denis ci ha lasciati troppo presto, ma il suo esempio come uomo e come atleta è attualissimo e deve essere di insegnamento per tutte le nuove generazioni».  

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