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STORIA

1936

NASCE LA PALLACANESTRO CANTU’

L’Associazione Pallacanestro Cantù nasce tra il 1936 e il 1937, grazie all’idea di Mario Broggi e Angiolino Polli. Negli anni ’30 la pallacanestro è uno sport semisconosciuto, praticato solo da pochi intimi. Il primo campo, disegnato da Broggi all’interno del cortile delle Suore Sacramentine, è completamente all’aperto e quindi non è inusuale d’inverno spalare la neve prima dell’inizio della partita. I primi componenti di quella che sarebbe diventata la Pallacanestro Cantù sono, oltre ai due giovani già citati, Attilio Molteni, Peppino Borghi, Alberto Broggi, Vittorio Sgariboldi, Nene Marchi e Peppino Colombo. Il nucleo storico di quella che sarebbe divenuta una delle società più titolate in tutta Europa.

1942

IL PRIMO ANNO IN SERIE A

Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, la squadra assume il nome di Opera Nazionale Dopolavoro Cantù. Ad inizio del 1942, la formazione si fa conoscere in tutta Italia grazie alle ottime prestazioni offerte nella coppa Bruno Mussolini. L’A.P. Cantù, guidata in panchina da Luigi Cicoria (a tutti gli effetti primo allenatore dei biancoblù), vince infatti contro Mantova, Pavia, Varese e il General Cantore di Milano.Nel 1948/49 la Pallacanestro Cantù disputa la prima stagione in serie C. Da lì in poi per il basket canturino sarà una crescita costante con il passaggio in serie B nel 1952 e, l’anno successivo, la conquista, per la prima volta, della serie A. La stagione 1954/55 termina con una retrocessione, a cui segue però un’immediata promozione l’anno successivo. In quel periodo si ritirano dall’attività i fratelli Broggi e l’A.P. Cantù basa le sue fortune su Lino Cappelletti, primo biancoblù convocato in nazionale, e su Lietti, Ronchetti e Quarta. C’è spazio anche per il primo sponsor, Milenka, fornito da una distilleria di Asnago.

1956

INIZIA L’ERA ALLIEVI

Con la riconquista della massima serie nel 1956 si apre per il basket canturino una nuova era: entra infatti in società la famiglia Casella, che porta con sé un dipendente dell’azienda di acque minerali e bibite, Aldo Allievi. Insieme a loro arriva un nuovo sponsor: l’Oransoda.Allenatore resta lo zaratino Marsan, mentre il nuovo straniero è l’americano Tony Vlastelica, soprannominato “Mister Uncino”, che diventa l’idolo del Parini, finalmente ricoperto su invito della Federazione. E’ il 57/58 e l’Oransoda di Racchi, Masocco, Vlastelica, Motto, Zia, Bernardis, Morani, Rogato e Cappelletti riesce nell’impresa di arrivare quarta al termine del campionato.

1960

CON LEVISSIMA AL TOP IN ITALIA

La Pall. Cantù si lega al marchio Levissima, mentre in panchina siede il giovane Gianni Corsolini. Iniziano i favolosi anni sessanta, un periodo di enorme sviluppo per il basket italiano in cui Cantù trova la propria collocazione tra le grandi squadre dell’epoca a fianco della Virtus Bologna e del Simmenthal Milano.In quel periodo si registra il ritiro di Lino Cappelletti e il debutto di un giovanissimo Charlie Recalcati, in arrivo proprio dal capoluogo lombardo.Sono gli anni in cui si forma il “muro di Cantù”, tridente composto da Burgess, De Simone e Merlati che diventerà famoso in tutto il mondo.

1968

IL PRIMO SCUDETTO

La stagione 1967- 68 regala a Cantù il primo scudetto della sua storia. Alla guida della formazione c’è Boris Stankovic, che più tardi sarebbe diventato il segretario della FIBA, in campo lottano, oltre a Burgess, De Simone e Merlati, Carlo Recalcati, Antonio Frigerio, Carlos D’Aquila. Lo sponsor è l’Oransoda che legherà per sempre il suo nome all’impresa fantastica di vincere sia il titolo di serie A, sia quello juniores nella stessa stagione.E’ l’inizio dell’epopea canturina, grazie anche all’esplosione di un giovanissimo talento di Figino Serenza: Pierluigi Marzorati.

1970

I FAVOLOSI ANNI 70

Dal 1969/ 70 comincia il sodalizio tra Aldo Allievi e Arnaldo Taurisano: un duo che porterà Cantù ai massimi livelli sia in Italia sia in Europa. Per tre volte consecutive la Forst, nuovo sponsor della compagine brianzola, conquista la coppa Korac (1973,1974 e 1975) e, nella stagione 1974/75 arriva anche il secondo scudetto, ottenuto nel nuovo Palasport costruito su una collina di Cucciago: il Pianella. La squadra è composta da giocatori che entreranno nella storia della pallacanestro: Marzorati, Della Fiori, Recalcati, Farina, Tombolato, Lienhard, Meneghel e Beretta. Un gruppo che porterà la piccola Cantù sul tetto del mondo, dopo il successo in Coppa Intercontinentale ai danni del grande Real Madrid. Il 76- 77 è la stagione della prima Coppa delle Coppe, conquistata grazie ad Hart Wingo, talento nero con alle spalla una discreta carriera in NBA. La Coppa rimane a Cantù anche l’anno successivo, con il nuovo sponsor Gabetti e, in campo, l’estroso americano “Crazy Horse” Neumann

1981

IL TERZO SCUDETTO

E’ un periodo magico per la Pallacanestro Cantù, che inanella una serie di trionfi in Europa e diventa una delle formazioni più temute ed ammirate di tutto il continente. Anni ricchi di successi, accompagnati dallo sponsor Squibb, che culminano nello scudetto 1980/81. In panchina siede Valerio Bianchini, mentre in campo, oltre al capitano Marzorati e agli americani Flowers e Boswell, esalta il pubblico brianzolo il nuovo talento scoperto da Cantù: il bomber di Rovagnate Antonello Riva

1982

CANTU’ REGINA D’EUROPA

A Colonia, nella primavera del 82’, la piccola Cantù sfida a Colonia il Maccabi Tel Aviv, simbolo di un’intera nazione, e lo sconfigge per 86 ad 80, salendo sul trono d’Europa grazie al nuovo acquisto C.J. Kupec ed ai giovani Bosa, Cattini, Cappelletti, Bargna e Innocentin.Il trionfo più bello e sentito dai tifosi arriva però l’anno successivo: la Ford Cantù di Giancarlo Primo batte a Grenoble i rivali storici del Billy Milano per 69 a 68 e si riconferma regina d’Europa. Nelle memoria della Pallacanestro Cantù restano anche i nomi dei due statunitensi di quell’anno: Jim Brewer e Wallace Bryant. A questa grande soddisfazione segue qualche stagione di alti e bassi, con sponsor come Jolly Colombani, Arexons e Vismara, e americani come Dan Gay, Richard Anderson, Lorenzo Charles, Jeff Turner e Kent Benson. In Italia si arriva più volte vicini alla finale scudetto, senza mai raggiungerla, in Europa Cantù viene sconfitta, nell’atto conclusivo della coppa Korac del 1989, dal Partizan Belgrado di Vlade Divac.

1991

L’ULTIMO TITOLO EUROPEO

Per tornare a sollevare una Coppa bisogna attendere sino al 1991, quando, con Frates in panchina e Pace Mannion in campo (dopo l’addio di Riva, passato ai rivali di Milano), la Clear conquista la Coppa Korac, ultimo successo della leggenda Pierluigi Marzorati.L’annata successiva è entusiasmante, Cantù, allenata ancora da Frates e con Mannion e Caldwell come stranieri, arriva terza in campionato qualificandosi per la Coppa dei campioni, diventata nel frattempo Eurocup. E’ il preludio di una stagione sfortunata. La squadra, allenata inizialmente da Diaz Miguel, va malissimo in campionato, soprattutto per una serie di scelte sbagliate e per una girandola di stranieri: da Craig Hodges a Ricky Winslow, da Geert Hammink a Michael Curry. L’annata finisce con la retrocessione in serie A2 e con l’addio al basket, dopo 40 di esperienza al vertice, della famiglia Allievi, che cede la proprietà a Franco Polti.

1996

IL RITORNO IN SERIE A

Dopo due anni di purgatorio nella seconda categoria, Cantù riconquista la suon di vittorie la serie A al termine della stagione ’95- ’96.L’anno del ritorno in A1, con Dado Lombardi in panchina e il confermatissimo Thurl Bailey in mezzo all’area, è molto positivo. Cantù arriva ottava in campionato, ma, soprattutto, si qualifica per la finale di Coppa Italia, perdendo contro la Virtus Bologna.

1999

L’ERA CORRADO

Nel 1999 si registra un nuovo cambio di proprietà: Francesco Corrado acquista la società evitando che Cantù perda la pallacanestro e si assume il compito di riportare la città brianzola ai massimi livelli del basket tricolore. La prima stagione è funestata da una terribile tragedia: Enrico Ravaglia, 23enne di belle speranze che stava rinascendo in maglia biancoblù dopo stagioni rovinate da un brutto infortunio, muore in un incidente stradale. La squadra di Franco Ciani reagisce sul campo, conquistando la salvezza anche grazie all’apporto di Antonello Riva, che diventa il miglior marcatore del campionato italiano.Il 2001- 02 inizia con una serie di sconfitte che portano all’esonero di Ciani e alla promozione di Stefano “Pino”Sacripanti, allenatore cresciuto nel settore giovanile canturino, già vincitore di tre scudettini. La squadra, sponsorizzata dalla Poliform, raggiunge un’insperata salvezza grazie anche agli innesti in corsa di Matt Santangelo e Marcelo Damiao. L’anno successivo, approfittando del cambio dei regolamenti, Cantù punta su un folto gruppo di americani. Grazie a Mc Collough, Thornton, Hines, Stonerook, Lindeman e Hoover, la Oregon Scientific ritorna nelle alte sfere della pallacanestro italiana, ottenendo la quarta posizione in campionato valida per un posto in Euroleague. Corrado è però costretto ad una scelta difficile, rinuncia all’Europa per mantenere quello spettacolare gruppo di americani che aveva fatto innamorare il Pianella, convertitosi nell’occasione in Palaoregon. Nella stagione successiva i biancoblù conquistano la finale di Coppa Italia, perdendo solo in volata contro la Benetton.

2001-2007

I FAB FOUR E LA PRIMA SUPERCOPPA

I primi anni duemila sono caratterizzati da un gruppo di giocatori capace di conquistare i cuori dei tifosi canturini, i cosiddetti “Fab Four”: Bootsy Thornton, Shaun Stonerook, Sam Hines e Jerry McCullough, un quartetto americano di grande talento al quale il pubblico biancoblù si sente tutt’ora molto legato. La forza di quel gruppo porta Cantù, allenata da Stefano Sacripanti, a raggiungere una semifinale scudetto nel 2002 e una finale di Coppa Italia nel 2003. In estate quel formidabile nucleo si scioglie parzialmente: Thornton e McCulloug partono; mentre Stonerook e Hines restano, formando comunque con Nate Johnson, Tyson Wheeler e un giovanissimo “Big Sofo” Schortsianitis un pacchetto stranieri davvero di livello. Il 27 settembre 2003 la bella Cantù di quegli anni raccoglie finalmente i frutti di un lavoro straordinario e a Treviso, contro i padroni di casa della Benetton di coach Ettore Messina, alza al cielo la prima Supercoppa italiana della sua storia, riportando un trofeo in Brianza dodici anni dopo la Korac. Successivamente, sempre con Sacripanti in panchina, la compagine brianzola torna a calcare i palcoscenici europei, partecipando alla ULEB Cup nel 2004-’05 e, nell’annata seguente, prendendo parte all’Eurocup. Nel 2007 Francesco Corrado diventa Presidente della Lega Basket. A capo della Pallacanestro Cantù viene nominato il figlio Alessandro, che diventa l’ottavo presidente della storia biancoblù.

2008

L’ERA CREMASCOLI

Nel 2008 nasce l’era Cremascoli: il gruppo NGC, guidato dal fondatore Eugenio con i figli Paolo ed Anna Cremascoli, diventa socio di maggioranza con l’obiettivo di tornare a scrivere pagine piene di successi. Nell’estate 2009 Luca Dalmonte lascia la panchina al giovane Andrea Trinchieri, che raggiunge subito la Final Eight di Coppa Italia e, dopo sette anni, riesce a riportare Cantù in semifinale scudetto, staccando anche il pass per il ritorno in Europa. La stagione successiva, targata Bennet, è ancor più strepitosa: Markoishvili, Leunen, Micov e capitan Mazzarino trascinano Cantù in finale scudetto dopo 30 lunghi anni, arrendendosi solamente alla Montepaschi Siena. Tuttavia, la sconfitta in finale non evita a Cantù il ritorno ai massimi livelli sia in Italia che in Europa, con i biancoblù di nuovo in Eurolega a 18 anni dall’ultima apparizione.

2011-2013

L’EUROLEGA, LA SECONDA SUPERCOPPA E IL RITORNO DI SACRIPANTI

Nel settembre del 2011 Anna Cremascoli diventa la prima donna Presidente non solo della Pallacanestro Cantù, ma dell’intero basket italiano in Serie A. La squadra, invece, guidata ancora da coach Trinchieri, conquista una storica qualificazione alle Top 16 di Eurolega, mancando solo per la differenza canestri l’accesso ai playoff. Nell’estate del 2012, con la fortunata denominazione Mapooro, azienda del gruppo NGC, i canturini conquistano la seconda Supercoppa italiana ai danni degli eterni rivali della Montepaschi Siena. È il primo trofeo della proprietà Cremascoli. Per la seconda stagione consecutiva Cantù disputa l’Eurolega, in cui – nonostante il mancato passaggio del girone – riesce a battere in casa corazzate del calibro di Fenerbahce e Real Madrid, regalando al pubblico del PalaDesio serate indimenticabili. Gennaio 2013: a malincuore, la società biancoblù è costretta a privarsi di Markoishvili, che riceve un’offerta irrinunciabile da parte del Galatasaray. Nonostante la dolorosa partenza del giocatore georgiano, per la terza volta in quattro anni Cantù ottiene l’accesso alla semifinale scudetto. L’estate 2013 è all’insegna di altri grandi cambiamenti: in panchina torna Stefano “Pino” Sacripanti, che sostituisce Trinchieri, trasferitosi in Russia, a Kazan; mentre il canturino Daniele Della Fiori, che ricopriva precedentemente il ruolo di Team Manager della società, subentra a Bruno Arrigoni nel ruolo di Direttore Sportivo. Novità arrivano anche dal fronte sponsor, con Acqua Vitasnella che diventa main sponsor del club.

2014

A CANTU’ ARRIVA METTA WORLD PEACE

Nell’estate del 2014 si verifica un cambiamento a livello societario con un gruppo di 8 soci che affiancano nella conduzione del club Anna Cremascoli, che rimane Presidente e azionista di maggioranza. Il 14 novembre del 2014, per la prima volta nella storia della Pallacanestro Cantù, i tifosi biancoblù diventano direttamente protagonisti della vita del club acquistando a loro volta, attraverso la srl Tutti Insieme Cantù, il 10% delle quote. La stagione si caratterizza per gli ottimi risultati in Europa con la FoxTown (questa la denominazione della squadra in ambito continentale) che raggiunge, dopo molti anni, gli ottavi di finale di Eurocup. In campionato l’Acqua Vitasnella si conferma tra le migliori formazioni, qualificandosi per i playoff, dove viene sconfitta dalla Reyer Venezia solamente in gara 5 al termine di una serie concitata. Svolta decisiva dell’annata è la firma, nel mese di marzo, di un All-Star NBA come Metta Wolrd Peace, giocatore da 991 presenze e oltre 13mila punti segnati in NBA; vincitore, peraltro, di un titolo NBA nel 2010 con i Lakers di Kobe Bryant. L’ingaggio della stella americana da parte della Pallacanestro Cantù riscuote un incredibile clamore mediatico in tutto il mondo.

2016-2018

GERASIMENKO, LO SCUDETTO U20 E IL RECORD DI SPETTATORI

Nel novembre del 2015 si registra un nuovo mutamento nell’assetto proprietario della Pallacanestro Cantù. Il magnate russo Dmitry Gerasimenko, già patron della formazione del Red October Volgograd, acquista la maggioranza delle quote del club e diventa il nono Presidente della storia biancoblù, ruolo poi passato alla moglie Irina nel 2016, anno in cui l’Under 20 conquista lo scudetto davanti a 4mila persone, in un Palasport Pianella gremito come mai si era visto prima per una partita di livello giovanile. L’annata successiva, che viene ricordata anche per i festeggiamenti dell’ottantesimo anniversario della fondazione del club, vede il ritorno di una leggenda come Carlo Recalcati, al quale viene affidata la squadra per il finale di stagione. L’annata 2017-‘18 è indimenticabile: con l’emergente Marco Sodini in panchina e giocatori di grande talento come Randy Culpepper e Charles Thomas, i biancoblù tornano – grazie proprio a una prodezza di Thomas – a disputare una Final Eight di Coppa Italia, quattro anni dopo l’ultima partecipazione. In Coppa Italia i brianzoli compiono un’impresa stratosferica, riuscendo a eliminare al primo turno la favoritissima Milano, domata con un perentorio 105 a 87 nonostante l’assenza di ben due titolari. In semifinale contro Brescia, una Cantù acciaccata dagli infortuni si arrenderà soltanto dopo un tempo supplementare. L’annata sportiva termina con un sorprendente settimo posto in regular season, che qualifica la Red October ai playoff. Ai quarti di finale scudetto Cantù esce 3 a 0 contro Milano, un risultato che non cancella comunque quanto di buono fatto nel corso della stagione, entrata di diritto negli annali anche per via del nuovo primato societario di spettatori presenti a una singola partita. Nel derby di regular season giocato contro l’Olimpia, al PalaDesio, il 15 aprile 2018, si registra la presenza di 6297 appassionati: è record!

2019

DALL’INCUBO ALLA RISURREZIONE

Nel novembre del 2018, un fulmine a ciel sereno: il patron Dmitrj Gerasimenko annuncia di non poter proseguire l’attività di Pallacanestro Cantù. Per mancanza di fondi, la gloriosa società canturina rischia di sparire ma, in suo soccorso, arriva il brand Acqua S.Bernardo, nuovo title sponsor del club. Il 18 febbraio, poi, una data storica: Gerasimenko vende il 100% delle quote a TIC, l’azionariato popolare biancoblù. Pallacanestro Cantù passa finalmente nelle mani dei canturini e Davide Marson, tra i principali artefici del coraggioso salvataggio, diviene l’undicesimo Presidente del club. In estate, con un budget molto più contenuto rispetto alle stagioni precedenti, il nuovo allenatore Cesare Pancotto e il rientrante Daniele Della Fiori allestiscono un roster molto giovane che, contro ogni pronostico, riesce a vincere una partita dietro l’altra, tra cui il derby con Milano al Forum, il 5 gennaio del 2020, sette anni dopo l’ultima volta. Solo poche settimane prima, il marchio Cinelandia diventa co-title sponsor insieme a S.Bernardo, regalando ai tifosi canturini il grande ritorno in Brianza di un campione come Joe Ragland. Il 2020 di Pallacanestro Cantù, così come quello di tante altre società sportive, non inizia nel migliore dei modi, causa pandemia. Tuttavia, alla ripresa del campionato, il club si fa trovare pronto con idee e progetti lungimiranti, specialmente in ottica palazzetto. Nel luglio del 2020 Roberto Allievi succede a Davide Marson, diventando così il dodicesimo Presidente della gloriosa storia biancoblù. Con il figlio dell’indimenticabile “Sciur Aldo” inizia ufficialmente il nuovo corso della società. Il progetto dell’Arena in Corso Europa subisce una forte accelerata e, grazie allo straordinario lavoro di Cantù Next e di tutti i suoi numerosi collaboratori, vengono poste delle importanti basi per la realizzazione del sogno di tutti gli appassionati di basket: una nuova casa a Cantù per il basket.

2021

LA RIPARTENZA

Complice una duplice ondata di contagi da Covid-19, che mette in grande difficoltà giocatori e staff tecnico biancoblù, la compagine canturina – guidata inizialmente da Cesare Pancotto e successivamente da Piero Bucchi – non riesce a salvarsi sul campo, retrocedendo in A2 nonostante gli sforzi in una stagione oggettivamente complessa e unica nel suo genere. La ripartenza, però, inizia subito con idee molto chiare: la panchina viene affidata a uno degli allenatori più amati dai tifosi canturini nel passato recente, Marco Sodini; Fabrizio Frates, invece, storico coach dell’ultimo trofeo internazionale di Cantù (la Korac del ’91), torna in Brianza nelle vesti di Direttore Tecnico; infine, Bruno Arrigoni entra a far parte del CdA. Nel frattempo, la denominazione della squadra diventa S.Bernardo-Cinelandia Park.

Anni 30

1936

NASCE LA PALLACANESTRO CANTU’

L’Associazione Pallacanestro Cantù nasce tra il 1936 e il 1937, grazie all’idea di Mario Broggi e Angiolino Polli. Negli anni ’30 la pallacanestro è uno sport semisconosciuto, praticato solo da pochi intimi. Il primo campo, disegnato da Broggi all’interno del cortile delle Suore Sacramentine, è completamente all’aperto e quindi non è inusuale d’inverno spalare la neve prima dell’inizio della partita. I primi componenti di quella che sarebbe diventata la Pallacanestro Cantù sono, oltre ai due giovani già citati, Attilio Molteni, Peppino Borghi, Alberto Broggi, Vittorio Sgariboldi, Nene Marchi e Peppino Colombo. Il nucleo storico di quella che sarebbe divenuta una delle società più titolate in tutta Europa.

Anni 40

1942

IL PRIMO ANNO IN SERIE A

Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, la squadra assume il nome di Opera Nazionale Dopolavoro Cantù. Ad inizio del 1942, la formazione si fa conoscere in tutta Italia grazie alle ottime prestazioni offerte nella coppa Bruno Mussolini. L’A.P. Cantù, guidata in panchina da Luigi Cicoria (a tutti gli effetti primo allenatore dei biancoblù), vince infatti contro Mantova, Pavia, Varese e il General Cantore di Milano.Nel 1948/49 la Pallacanestro Cantù disputa la prima stagione in serie C. Da lì in poi per il basket canturino sarà una crescita costante con il passaggio in serie B nel 1952 e, l’anno successivo, la conquista, per la prima volta, della serie A. La stagione 1954/55 termina con una retrocessione, a cui segue però un’immediata promozione l’anno successivo. In quel periodo si ritirano dall’attività i fratelli Broggi e l’A.P. Cantù basa le sue fortune su Lino Cappelletti, primo biancoblù convocato in nazionale, e su Lietti, Ronchetti e Quarta. C’è spazio anche per il primo sponsor, Milenka, fornito da una distilleria di Asnago.

Anni 50

1956

INIZIA L’ERA ALLIEVI

Con la riconquista della massima serie nel 1956 si apre per il basket canturino una nuova era: entra infatti in società la famiglia Casella, che porta con sé un dipendente dell’azienda di acque minerali e bibite, Aldo Allievi. Insieme a loro arriva un nuovo sponsor: l’Oransoda.Allenatore resta lo zaratino Marsan, mentre il nuovo straniero è l’americano Tony Vlastelica, soprannominato “Mister Uncino”, che diventa l’idolo del Parini, finalmente ricoperto su invito della Federazione. E’ il 57/58 e l’Oransoda di Racchi, Masocco, Vlastelica, Motto, Zia, Bernardis, Morani, Rogato e Cappelletti riesce nell’impresa di arrivare quarta al termine del campionato.

Anni 60

1960

CON LEVISSIMA AL TOP IN ITALIA

La Pall. Cantù si lega al marchio Levissima, mentre in panchina siede il giovane Gianni Corsolini. Iniziano i favolosi anni sessanta, un periodo di enorme sviluppo per il basket italiano in cui Cantù trova la propria collocazione tra le grandi squadre dell’epoca a fianco della Virtus Bologna e del Simmenthal Milano.In quel periodo si registra il ritiro di Lino Cappelletti e il debutto di un giovanissimo Charlie Recalcati, in arrivo proprio dal capoluogo lombardo.Sono gli anni in cui si forma il “muro di Cantù”, tridente composto da Burgess, De Simone e Merlati che diventerà famoso in tutto il mondo.

1968

IL PRIMO SCUDETTO

La stagione 1967- 68 regala a Cantù il primo scudetto della sua storia. Alla guida della formazione c’è Boris Stankovic, che più tardi sarebbe diventato il segretario della FIBA, in campo lottano, oltre a Burgess, De Simone e Merlati, Carlo Recalcati, Antonio Frigerio, Carlos D’Aquila. Lo sponsor è l’Oransoda che legherà per sempre il suo nome all’impresa fantastica di vincere sia il titolo di serie A, sia quello juniores nella stessa stagione.E’ l’inizio dell’epopea canturina, grazie anche all’esplosione di un giovanissimo talento di Figino Serenza: Pierluigi Marzorati.

Anni 70

1970

I FAVOLOSI ANNI 70

Dal 1969/ 70 comincia il sodalizio tra Aldo Allievi e Arnaldo Taurisano: un duo che porterà Cantù ai massimi livelli sia in Italia sia in Europa. Per tre volte consecutive la Forst, nuovo sponsor della compagine brianzola, conquista la coppa Korac (1973,1974 e 1975) e, nella stagione 1974/75 arriva anche il secondo scudetto, ottenuto nel nuovo Palasport costruito su una collina di Cucciago: il Pianella. La squadra è composta da giocatori che entreranno nella storia della pallacanestro: Marzorati, Della Fiori, Recalcati, Farina, Tombolato, Lienhard, Meneghel e Beretta. Un gruppo che porterà la piccola Cantù sul tetto del mondo, dopo il successo in Coppa Intercontinentale ai danni del grande Real Madrid. Il 76- 77 è la stagione della prima Coppa delle Coppe, conquistata grazie ad Hart Wingo, talento nero con alle spalla una discreta carriera in NBA. La Coppa rimane a Cantù anche l’anno successivo, con il nuovo sponsor Gabetti e, in campo, l’estroso americano “Crazy Horse” Neumann

Anni 80

1981

IL TERZO SCUDETTO

E’ un periodo magico per la Pallacanestro Cantù, che inanella una serie di trionfi in Europa e diventa una delle formazioni più temute ed ammirate di tutto il continente. Anni ricchi di successi, accompagnati dallo sponsor Squibb, che culminano nello scudetto 1980/81. In panchina siede Valerio Bianchini, mentre in campo, oltre al capitano Marzorati e agli americani Flowers e Boswell, esalta il pubblico brianzolo il nuovo talento scoperto da Cantù: il bomber di Rovagnate Antonello Riva

1982

CANTU’ REGINA D’EUROPA

A Colonia, nella primavera del 82’, la piccola Cantù sfida a Colonia il Maccabi Tel Aviv, simbolo di un’intera nazione, e lo sconfigge per 86 ad 80, salendo sul trono d’Europa grazie al nuovo acquisto C.J. Kupec ed ai giovani Bosa, Cattini, Cappelletti, Bargna e Innocentin.Il trionfo più bello e sentito dai tifosi arriva però l’anno successivo: la Ford Cantù di Giancarlo Primo batte a Grenoble i rivali storici del Billy Milano per 69 a 68 e si riconferma regina d’Europa. Nelle memoria della Pallacanestro Cantù restano anche i nomi dei due statunitensi di quell’anno: Jim Brewer e Wallace Bryant. A questa grande soddisfazione segue qualche stagione di alti e bassi, con sponsor come Jolly Colombani, Arexons e Vismara, e americani come Dan Gay, Richard Anderson, Lorenzo Charles, Jeff Turner e Kent Benson. In Italia si arriva più volte vicini alla finale scudetto, senza mai raggiungerla, in Europa Cantù viene sconfitta, nell’atto conclusivo della coppa Korac del 1989, dal Partizan Belgrado di Vlade Divac.

Anni 90

1991

L’ULTIMO TITOLO EUROPEO

Per tornare a sollevare una Coppa bisogna attendere sino al 1991, quando, con Frates in panchina e Pace Mannion in campo (dopo l’addio di Riva, passato ai rivali di Milano), la Clear conquista la Coppa Korac, ultimo successo della leggenda Pierluigi Marzorati.L’annata successiva è entusiasmante, Cantù, allenata ancora da Frates e con Mannion e Caldwell come stranieri, arriva terza in campionato qualificandosi per la Coppa dei campioni, diventata nel frattempo Eurocup. E’ il preludio di una stagione sfortunata. La squadra, allenata inizialmente da Diaz Miguel, va malissimo in campionato, soprattutto per una serie di scelte sbagliate e per una girandola di stranieri: da Craig Hodges a Ricky Winslow, da Geert Hammink a Michael Curry. L’annata finisce con la retrocessione in serie A2 e con l’addio al basket, dopo 40 di esperienza al vertice, della famiglia Allievi, che cede la proprietà a Franco Polti.

1996

IL RITORNO IN SERIE A

Dopo due anni di purgatorio nella seconda categoria, Cantù riconquista la suon di vittorie la serie A al termine della stagione ’95- ’96.L’anno del ritorno in A1, con Dado Lombardi in panchina e il confermatissimo Thurl Bailey in mezzo all’area, è molto positivo. Cantù arriva ottava in campionato, ma, soprattutto, si qualifica per la finale di Coppa Italia, perdendo contro la Virtus Bologna.

1999

L’ERA CORRADO

Nel 1999 si registra un nuovo cambio di proprietà: Francesco Corrado acquista la società evitando che Cantù perda la pallacanestro e si assume il compito di riportare la città brianzola ai massimi livelli del basket tricolore. La prima stagione è funestata da una terribile tragedia: Enrico Ravaglia, 23enne di belle speranze che stava rinascendo in maglia biancoblù dopo stagioni rovinate da un brutto infortunio, muore in un incidente stradale. La squadra di Franco Ciani reagisce sul campo, conquistando la salvezza anche grazie all’apporto di Antonello Riva, che diventa il miglior marcatore del campionato italiano.Il 2001- 02 inizia con una serie di sconfitte che portano all’esonero di Ciani e alla promozione di Stefano “Pino”Sacripanti, allenatore cresciuto nel settore giovanile canturino, già vincitore di tre scudettini. La squadra, sponsorizzata dalla Poliform, raggiunge un’insperata salvezza grazie anche agli innesti in corsa di Matt Santangelo e Marcelo Damiao. L’anno successivo, approfittando del cambio dei regolamenti, Cantù punta su un folto gruppo di americani. Grazie a Mc Collough, Thornton, Hines, Stonerook, Lindeman e Hoover, la Oregon Scientific ritorna nelle alte sfere della pallacanestro italiana, ottenendo la quarta posizione in campionato valida per un posto in Euroleague. Corrado è però costretto ad una scelta difficile, rinuncia all’Europa per mantenere quello spettacolare gruppo di americani che aveva fatto innamorare il Pianella, convertitosi nell’occasione in Palaoregon. Nella stagione successiva i biancoblù conquistano la finale di Coppa Italia, perdendo solo in volata contro la Benetton.

Anni 2000

2001-2007

I FAB FOUR E LA PRIMA SUPERCOPPA

I primi anni duemila sono caratterizzati da un gruppo di giocatori capace di conquistare i cuori dei tifosi canturini, i cosiddetti “Fab Four”: Bootsy Thornton, Shaun Stonerook, Sam Hines e Jerry McCullough, un quartetto americano di grande talento al quale il pubblico biancoblù si sente tutt’ora molto legato. La forza di quel gruppo porta Cantù, allenata da Stefano Sacripanti, a raggiungere una semifinale scudetto nel 2002 e una finale di Coppa Italia nel 2003. In estate quel formidabile nucleo si scioglie parzialmente: Thornton e McCulloug partono; mentre Stonerook e Hines restano, formando comunque con Nate Johnson, Tyson Wheeler e un giovanissimo “Big Sofo” Schortsianitis un pacchetto stranieri davvero di livello. Il 27 settembre 2003 la bella Cantù di quegli anni raccoglie finalmente i frutti di un lavoro straordinario e a Treviso, contro i padroni di casa della Benetton di coach Ettore Messina, alza al cielo la prima Supercoppa italiana della sua storia, riportando un trofeo in Brianza dodici anni dopo la Korac. Successivamente, sempre con Sacripanti in panchina, la compagine brianzola torna a calcare i palcoscenici europei, partecipando alla ULEB Cup nel 2004-’05 e, nell’annata seguente, prendendo parte all’Eurocup. Nel 2007 Francesco Corrado diventa Presidente della Lega Basket. A capo della Pallacanestro Cantù viene nominato il figlio Alessandro, che diventa l’ottavo presidente della storia biancoblù.

2008

L’ERA CREMASCOLI

Nel 2008 nasce l’era Cremascoli: il gruppo NGC, guidato dal fondatore Eugenio con i figli Paolo ed Anna Cremascoli, diventa socio di maggioranza con l’obiettivo di tornare a scrivere pagine piene di successi. Nell’estate 2009 Luca Dalmonte lascia la panchina al giovane Andrea Trinchieri, che raggiunge subito la Final Eight di Coppa Italia e, dopo sette anni, riesce a riportare Cantù in semifinale scudetto, staccando anche il pass per il ritorno in Europa. La stagione successiva, targata Bennet, è ancor più strepitosa: Markoishvili, Leunen, Micov e capitan Mazzarino trascinano Cantù in finale scudetto dopo 30 lunghi anni, arrendendosi solamente alla Montepaschi Siena. Tuttavia, la sconfitta in finale non evita a Cantù il ritorno ai massimi livelli sia in Italia che in Europa, con i biancoblù di nuovo in Eurolega a 18 anni dall’ultima apparizione.

Anni 2010

2011-2013

L’EUROLEGA, LA SECONDA SUPERCOPPA E IL RITORNO DI SACRIPANTI

Nel settembre del 2011 Anna Cremascoli diventa la prima donna Presidente non solo della Pallacanestro Cantù, ma dell’intero basket italiano in Serie A. La squadra, invece, guidata ancora da coach Trinchieri, conquista una storica qualificazione alle Top 16 di Eurolega, mancando solo per la differenza canestri l’accesso ai playoff. Nell’estate del 2012, con la fortunata denominazione Mapooro, azienda del gruppo NGC, i canturini conquistano la seconda Supercoppa italiana ai danni degli eterni rivali della Montepaschi Siena. È il primo trofeo della proprietà Cremascoli. Per la seconda stagione consecutiva Cantù disputa l’Eurolega, in cui – nonostante il mancato passaggio del girone – riesce a battere in casa corazzate del calibro di Fenerbahce e Real Madrid, regalando al pubblico del PalaDesio serate indimenticabili. Gennaio 2013: a malincuore, la società biancoblù è costretta a privarsi di Markoishvili, che riceve un’offerta irrinunciabile da parte del Galatasaray. Nonostante la dolorosa partenza del giocatore georgiano, per la terza volta in quattro anni Cantù ottiene l’accesso alla semifinale scudetto. L’estate 2013 è all’insegna di altri grandi cambiamenti: in panchina torna Stefano “Pino” Sacripanti, che sostituisce Trinchieri, trasferitosi in Russia, a Kazan; mentre il canturino Daniele Della Fiori, che ricopriva precedentemente il ruolo di Team Manager della società, subentra a Bruno Arrigoni nel ruolo di Direttore Sportivo. Novità arrivano anche dal fronte sponsor, con Acqua Vitasnella che diventa main sponsor del club.

2014

A CANTU’ ARRIVA METTA WORLD PEACE

Nell’estate del 2014 si verifica un cambiamento a livello societario con un gruppo di 8 soci che affiancano nella conduzione del club Anna Cremascoli, che rimane Presidente e azionista di maggioranza. Il 14 novembre del 2014, per la prima volta nella storia della Pallacanestro Cantù, i tifosi biancoblù diventano direttamente protagonisti della vita del club acquistando a loro volta, attraverso la srl Tutti Insieme Cantù, il 10% delle quote. La stagione si caratterizza per gli ottimi risultati in Europa con la FoxTown (questa la denominazione della squadra in ambito continentale) che raggiunge, dopo molti anni, gli ottavi di finale di Eurocup. In campionato l’Acqua Vitasnella si conferma tra le migliori formazioni, qualificandosi per i playoff, dove viene sconfitta dalla Reyer Venezia solamente in gara 5 al termine di una serie concitata. Svolta decisiva dell’annata è la firma, nel mese di marzo, di un All-Star NBA come Metta Wolrd Peace, giocatore da 991 presenze e oltre 13mila punti segnati in NBA; vincitore, peraltro, di un titolo NBA nel 2010 con i Lakers di Kobe Bryant. L’ingaggio della stella americana da parte della Pallacanestro Cantù riscuote un incredibile clamore mediatico in tutto il mondo.

2016-2018

GERASIMENKO, LO SCUDETTO U20 E IL RECORD DI SPETTATORI

Nel novembre del 2015 si registra un nuovo mutamento nell’assetto proprietario della Pallacanestro Cantù. Il magnate russo Dmitry Gerasimenko, già patron della formazione del Red October Volgograd, acquista la maggioranza delle quote del club e diventa il nono Presidente della storia biancoblù, ruolo poi passato alla moglie Irina nel 2016, anno in cui l’Under 20 conquista lo scudetto davanti a 4mila persone, in un Palasport Pianella gremito come mai si era visto prima per una partita di livello giovanile. L’annata successiva, che viene ricordata anche per i festeggiamenti dell’ottantesimo anniversario della fondazione del club, vede il ritorno di una leggenda come Carlo Recalcati, al quale viene affidata la squadra per il finale di stagione. L’annata 2017-‘18 è indimenticabile: con l’emergente Marco Sodini in panchina e giocatori di grande talento come Randy Culpepper e Charles Thomas, i biancoblù tornano – grazie proprio a una prodezza di Thomas – a disputare una Final Eight di Coppa Italia, quattro anni dopo l’ultima partecipazione. In Coppa Italia i brianzoli compiono un’impresa stratosferica, riuscendo a eliminare al primo turno la favoritissima Milano, domata con un perentorio 105 a 87 nonostante l’assenza di ben due titolari. In semifinale contro Brescia, una Cantù acciaccata dagli infortuni si arrenderà soltanto dopo un tempo supplementare. L’annata sportiva termina con un sorprendente settimo posto in regular season, che qualifica la Red October ai playoff. Ai quarti di finale scudetto Cantù esce 3 a 0 contro Milano, un risultato che non cancella comunque quanto di buono fatto nel corso della stagione, entrata di diritto negli annali anche per via del nuovo primato societario di spettatori presenti a una singola partita. Nel derby di regular season giocato contro l’Olimpia, al PalaDesio, il 15 aprile 2018, si registra la presenza di 6297 appassionati: è record!

2019

DALL’INCUBO ALLA RISURREZIONE

Nel novembre del 2018, un fulmine a ciel sereno: il patron Dmitrj Gerasimenko annuncia di non poter proseguire l’attività di Pallacanestro Cantù. Per mancanza di fondi, la gloriosa società canturina rischia di sparire ma, in suo soccorso, arriva il brand Acqua S.Bernardo, nuovo title sponsor del club. Il 18 febbraio, poi, una data storica: Gerasimenko vende il 100% delle quote a TIC, l’azionariato popolare biancoblù. Pallacanestro Cantù passa finalmente nelle mani dei canturini e Davide Marson, tra i principali artefici del coraggioso salvataggio, diviene l’undicesimo Presidente del club. In estate, con un budget molto più contenuto rispetto alle stagioni precedenti, il nuovo allenatore Cesare Pancotto e il rientrante Daniele Della Fiori allestiscono un roster molto giovane che, contro ogni pronostico, riesce a vincere una partita dietro l’altra, tra cui il derby con Milano al Forum, il 5 gennaio del 2020, sette anni dopo l’ultima volta. Solo poche settimane prima, il marchio Cinelandia diventa co-title sponsor insieme a S.Bernardo, regalando ai tifosi canturini il grande ritorno in Brianza di un campione come Joe Ragland. Il 2020 di Pallacanestro Cantù, così come quello di tante altre società sportive, non inizia nel migliore dei modi, causa pandemia. Tuttavia, alla ripresa del campionato, il club si fa trovare pronto con idee e progetti lungimiranti, specialmente in ottica palazzetto. Nel luglio del 2020 Roberto Allievi succede a Davide Marson, diventando così il dodicesimo Presidente della gloriosa storia biancoblù. Con il figlio dell’indimenticabile “Sciur Aldo” inizia ufficialmente il nuovo corso della società. Il progetto dell’Arena in Corso Europa subisce una forte accelerata e, grazie allo straordinario lavoro di Cantù Next e di tutti i suoi numerosi collaboratori, vengono poste delle importanti basi per la realizzazione del sogno di tutti gli appassionati di basket: una nuova casa a Cantù per il basket.

Anni 2020

2021

LA RIPARTENZA

Complice una duplice ondata di contagi da Covid-19, che mette in grande difficoltà giocatori e staff tecnico biancoblù, la compagine canturina – guidata inizialmente da Cesare Pancotto e successivamente da Piero Bucchi – non riesce a salvarsi sul campo, retrocedendo in A2 nonostante gli sforzi in una stagione oggettivamente complessa e unica nel suo genere. La ripartenza, però, inizia subito con idee molto chiare: la panchina viene affidata a uno degli allenatori più amati dai tifosi canturini nel passato recente, Marco Sodini; Fabrizio Frates, invece, storico coach dell’ultimo trofeo internazionale di Cantù (la Korac del ’91), torna in Brianza nelle vesti di Direttore Tecnico; infine, Bruno Arrigoni entra a far parte del CdA. Nel frattempo, la denominazione della squadra diventa S.Bernardo-Cinelandia Park.